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I conti della serva

Questo blog abbonda di cose mirabili. È nato con l’idea di coltivare la meraviglia e indirettamente la felicità. Ma ad esser sempre sorridenti si rischia di passare per idioti.

Quindi:

Consideriamo una giornata standard di lavoro di 8 ore. 8 ore di sonno, 1 ora di traffico di media, 2 ore tra pranzo e cena. Fa 5 ore libere che sono praticamente inservibili per orario e forze residue. Questo vuol dire che la vita comunemente intesa consta di un baratto di questo tipo: l’80% del tuo tempo in cambio di un 20% da impiegare a schivare la noia e la massificazione del divertimento, mica sei come tutti gli altri no? Quindi di fatto nella maggior parte dei casi stai regalando la tua vita ad una impresa pilotata da stronzi senza merito che convertono la tua forza lavoro nel loro benessere, li guardi i prezzi dei negozi del centro? Quelli dove tu non comprerai mai quella bella credenza antica, tu vai da ikea. Viene da chiedersi: cosa la compri a fare una casa se devi solo dormirci e cambiarti d’abito. Meglio una camera d’albergo, o una cella. Cosa lo fai a fare un figlio se poi lo devono crescere i nonni? Voi siete cresciuti così? In cosa consiste la tua vita sentimentale? Avere compagnia per il week end? Davvero sei riuscito a conoscere qualcuno e ad entrarci in relazione tra un aperitivo ed una pausa pranzo?

Davvero sei convinto che non possa che essere così? Davvero pensi che per uscire dalla crisi bisogna lavorare di più? Ma tu sai esattamente che vuol dire “crisi economica”? E il perchè ? Davvero pensi che prima o poi cambi? Hai trent’anni? Lavori tanto ma prendi quanto un bidello, unpòpiùdimilleeuro, perché dovrebbe cambiare? Quando ero piccolo quei papà che si vedevano stramazzati solo di sabato e domenica guadagnavano un pacco di soldi, tu no, la casa te la compreranno i tuoi, grazie papà stramazzato. Perché nel tempo tu dovresti valere di più se per anni continuerai a fare sempre la stessa cosa? Cosa ti qualificherà? Dici “io ho studiato e mi sono pure laureato” peccato che tu non abbia capito che l’istruzione è comunque una cosa per pochi, la cultura per chi sa faticare, il talento quasi per nessuno. I ogni caso la futura classe dirigente si forma in università e master che tu non puoi permetterti, fermo restando che poi ci vuole la famiglia giusta, le giuste conoscenze o il matrimonio giusto. La tua pensione sarà l’eredita dei tuoi genitori inutile che ci giri intorno, per chi ha famiglia povera non lo so ma mi preoccuperei (hai un idea di quanto sia inefficiente la sanità pubblica e di quanto costi una semplice visita specialistica?). Dimenticavo, sei solo? Abituati perché ci rimarrai molto probabilmente. In questa situazione non ci si può che aspettare qualche avventura finché la giovinezza è dalla tua parte. Se sei una donna il tuo orologio biologico sarà un problema in più.

Di che cosa parli con gli altri? Prima o poi la rendita accumulata negli anni felici della gioventù finirà. Non hai idee ma solo opinioni, non hai tempo per approfondire nemmeno con te stesso. Quindi parli di lavoro o di pettegolezzi -magari di lavoro-, che palle. Le forze ti abbandoneranno, la volontà si fiaccherà anche perché uscirai dal lavoro sempre più svuotato. Letture zero, cinema solo d’evasione, teatro no non ce la faccio, andiamo a vedere quella mostra nel maximuseo che ci facciamo due foto strane da mettere su facebook, un concerto? la musica la senti solo in radio mentre sei in macchina in coda per andare al lavoro. Panza piena sempre, che fai non mangi fuori? Ma perché a te va di cucinare? Sai farlo? Forse è meglio che tu non sappia cosa sta avvenendo a livello statistico riguardo le malattie cardiovascolari e i tumori, per non parlare del fatto che il diabete è diventata una malattia anche giovanile. Qualcuno balla, qualcuno fa corsi di cucina qualcuno impara l’inglese e altri fanno i criceti nella ruota in palestra per mostrare muscoli sulle spiagge affollate, teatro del rito delle ferie -la più grossa “ora d’aria” mai concepita-, ma ci stai mai da solo? Arriveranno le rughe e non so con quali argomenti azzittirai quella sveglia che ti ricorda che sei venuto al mondo per essere felice in quel lasso di tempo tra la tua nascita e il funerale che ti aspetta, non fare finta di niente.

Ma queste sono chiacchere da bar ed ora sembrerebbe quasi inopportuno cominciare a raccontarti che tutto quello su cui si basa la nostra vita da “benestanti” è il disequilibrio. Lo sapevi che “noi” siamo meno di un terzo del resto del mondo? Per capirci quello abitato da quei poveracci che vedi al telegiornale. Il discorso è lungo, forse dovrei cominciare dalla seconda rivoluzione industriale se non fosse che c’e un’altra rivoluzione che bisogna operare. Ma non arriverà nemmeno quel momento: le cose andranno a rotoli molto prima, quando tutti vorranno avere un supermercato sotto casa e questo non è possibile, non lo sai? Qualcuno tra di noi lo ha capito che questo non è poi “benessere”, forse agli albori del cosumismo lo era, per questo gli americani sognano ancora gli anni ’50 (noi italiani i 60 perchè siamo sempre in ritardo). Sostenibilità è quella parola che la politica non capisce, che l’economia ignora e che nella nostra vita, qualunque cosa voglia dire, manca.

 

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