Archivi del mese: giugno 2008

Contadino cinese prende il volo



Praticamente…pare che un contadino Cinese, pratico di bricolage (!) – e con un fottuto coraggio da Leoni – si sia costruito un piccolo velivolo. Come si dice mecojoni in Mandarino?
Qui trovate anche un’interessante spiegazione sul perchè gli ideogrammi impressi sul video significhino letteralmente “Velivolo del piccolo villaggio di montagna”. Tutta una storia a che vedere con una parte di campagna Cinese che produce cellulari taroccati!

P.s. Permettetemi ancora una volta di fare una considerazione lievemente a latere dell’oggetto in questione…ma Internet mi costringe a rinegoziare quello che considero possibile un po’ troppo spesso per non mettermi a disagio.

 

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The Big Picture

Il Boston Globe ha messo su The Big Picture. Il concept è quello di un blog di informazione che punta tutto sulle immagini che accompagnano le notizie. Certo, non sarà un’idea rivoluzionaria…ma è davvero (davvero) la qualità delle foto a fare la differenza. 
In tempi di perenne overload sensoriale come i nostri, è impressionante l’impatto che riesce ad avere ancora un certo tipo di fotografia.

I link sotto alle foto vi condurranno all’intero set!


Il Phoenix Lander su Marte.

 

Big Picture Sadr City
Iraq: Daily life in Sadr City

 
Big Picture Ethiopia
La crisi alimentare in Etiopia.

 

 

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Miss South Carolina: eccessivamente bionda.

Il video originale ha – al momento – circa 26 milioni di visualizzazioni su Youtube.

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La rivoluzione in frescolana


The chap e’ il punto di ritrovo di una bizzara comunita’ di gentiluomini ai quali e’ sembrato opportuno dichiarare guerra ad ogni bruttura della contemporaneita’ scendendo in campo con generosi dosi di ironia e di eleganza rigorosamente british. Il tono del sito e’ fiorito, arguto e irresistibilmente sarcastico, come ben si addice ad un vero gentiluomo. Val la pena farsi un giro nelle numerose sezioni del sito e fare il tagliando al proprio buongusto. Perdere il manifesto del movimento (che ha un’omonima rivista) sarebbe imperdonabile, eccone la traduzione:


La societa’ si e’ ammalata di una certa misteriosa malattia dell’animo. Siamo diventati i giocattoli delle multinazionali, banderuole nelle mani del loro progetto di trasformare il mondo in un Gargantuelico centro commerciale. La piacevolezza e la civilta’ sono state relegate ad effimere futilita’ dei bei tempi andati -quell’epoca in cui gli uomini porgevano il cappello alle signore e si poteva fare affidamento sui pargoli perche’ ti guardassero il Jack Russel mentre alle prese con un cordiale presso locanda del posto- 


Invece viviamo in un mondo dove i bambini sono creature incappucciate che incombono nelle tenebre, la locanda del posto e’ stata soppiantata da grosse catene specializzate in bibitoni ghiacciati, il cui principale scopo e’ quello di gravare sul sistema nervoso. Inutile dirlo, il Jack Russel non sara’ li’ ad aspettarvi al vostro ritorno.


The Chap (trad:il brav’uomo) propone di prendere posizione contro questa cultura della volgarita’. Dobbiamo mostrare ai nostri bambini che le cose per cui vale la pena combattere non sono l’ultimo paio di scarpacce da ginnastica di plastica ma un luccicante paio di mocassini. Dobbiamo dissauderli dall’ingurgitare i loro Bacardi Breezer -e similari- e insegnargli come miscelare Martini. Facciamo si che i giovani non si vergognino dei loro ventri flaccidi, che provano a nascondere nelle loro tute di acetato, piuttosto mostriamo loro come un vestito ben confezionato puo’ camuffare la piu’ disastrata delle corporature. Inoltre non lasciamoci scappare l’opportunita’ di approfittare di quella propensione giovanile per il gergo bizzarro e facilmente rimpiazzare la loro striminzita parlata borgatara con fioriti motti di spirito ed eleganti arguzie.


E’ tempo per i Chap e per le loro controparti femminili di ogni estrazione di alzare la testa e farsi sentire. Ma non temiate voi languidi e voi semplici sfaccendati, la nostra e’ una rivoluzione che non poggia sulla levataccia mattutina ne’ tantomeno sul logorio delle forze. Piuttosto una rivoluzione che puo’ semplicemente aver luogo da una alzata di ciglia dietro il monocolo, ordinando un Barolo all’aperitivo, indossando un irresistibile cardigan in occasione della visita al proprio bookmaker. In poche parole una rivoluzione di un guizzante Bon Ton.


Impressioneremo le masse con pieghe dei calzoni capaci di tagliar la carta, copricapi tanto angolati da ridurre il “viavai” delle macchine al silenzio; e ricusando queste sostanze insipide e annacquate che ci vengono propinate da anonime multinazionali, ridurremo lo Status Quo in ginocchio, implorante per per un dritta sartoriale o un sorso dalla nostra fiaschetta.

 

“…Se non hanno il pane date loro le brioches…”

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Ricetta per L’Umanità

Recipe for Humanity – Grayson Perry



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Learning To Love You More


Miranda July ha creato almeno due cose bellissime: il film Me and You and Everyone We Know, e il libro No One Belongs Here More Than You. A questi si aggiunge il progetto Learning To Love You More (LTLYM), un esperimento di…um…arte sociale (?)  fra i meglio creati che si siano mai visti (Ok, che IO abbia mai visto…uffa :P).

Sul sito trovate una collezione di compiti (assignments) che vi si chiede di completare, documentare e condividere. Perchè? Come una ricetta, una pratica meditativa o una canzone popolare, la natura prescrittiva di questi compiti ha comunque lo scopo di orientare ciascuno verso un’ esperienza personale.


Alcuni dei compiti: #5 Ricreate un oggetto che fa parte del passato di qualcuno, #11 Fotografate una vostra cicatrice e raccontatene la storia, #18 Riproducete un poster che avevate in camera da piccoli, #47 Ricreate la scena di un film che ha fatto piangere un vostro conoscente, #49 Disegnate un amico di un vostro amico, #59 Intervistate qualcuno che è stato in guerra…

Il primo compito dice:

Create una tuta come questa è indossatela il più possibile. Cercate di usare un tessuto simile, dovrebbe essere per lo meno rosa…




Wheat Wurtzburger and Anna Kerlin, Orlando, Florida.


I meriti di LTLYM sono tanti, e immagino che ciascuno abbia i suoi preferiti.
Il mio è che mi ricorda che il futuro di Internet è ancora tutto da immaginare.

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Hezbollah Supporters

 

 

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