Benoit Mandelbrot

Oggi è morto Mandelbrot, un grande matematico, il padre della geometria frattale. “Ci ha regalato l’ordine dal caos” riporta un necrologio. Questa è l’immagine dell’insieme di Mandelbrot. Anche se non siete dei matematici c’è una buona probabilità che lo abbiate visto almeno una volta nella vita:

Per il mio caro amico A. , Mandelbrot è stato l’uomo che gli ha cambiato la visione della matematica e dell’informatica. E per quanto possa sembrar strano ai più, tutto questo ha anche in parte determinato la vita futura di A. E’ per pura empatia che quindi condivido con lui questo shock che ha turbato la sua mattina.

Willi Dorner

Questo lavoro lo avevo visto un po’ di tempo fa e mi sembrava una boiata, adesso l’ho rivisto con nuove immagini ma non so se ho cambiato idea. Comunque la prima foto fa ridere. Su flickr

Occhio non vede

Niklas Roy ha una bottega sulla strada e una vetrina troppo più grande della discrezione media di chi vi passa davanti, così ha messo appunto uan tendina motorizzata per coprire la vista a chi si affacciasse. L’effetto è chiaramente il contrario e questo prova che probabilmente Niklas è un burlandone.

Via col vento

Ditemi se questa non è una perla (click sull’immagine per l’immagine in alta risoluzione, alè) Ormond, Florida, 1900

Akihiro Furuta

Sono sempre affascinato dall’attitudine estetizzante di stampo shintoista che hanno praticamente tutti i giapponesi; solo che, ecco… nello scontro con le derive della cultura pop a volte succedono dei disastri e a volte dei piccoli, inattesi miracoli. Nel caso di Akihiro Furuta è evidente che entrambe le cose si sono verificate assieme. Ecco le sue foto di famiglia:

 

Riempire lo spazio

Come un gas dentro ad un pallone. Una di quelle idee che partorisci alle elementari come inevitabile fesseria e che la vita ti ripresenterà come valida per farti capire che sei nato nel posto sbagliato: un camion da cui esce un grosso pallone che diventa un ambiente da installare/gonfiare in un qualunque anfratto urbano.

Si chiama Spacebuster e succede a New York.

America a colori

La fotografia a colori è più vecchia di quello che si sarebbe portati ad immaginare (seconda metà dell’ottocento le prime!!) e, in barba a parecchie delle baggianate che si ascoltano riguardo il bianco e nero, quando te ne capita tra le mani una davvero vecchia (senza nessun viraggio stereotipico, es. le foto anni 50/60 tutte rossastre) è una emozione vera che di colpo ti riporta al cuore dell’atto fotografico che è documentare. Solo il tempo -e il senso di perdita che inevitabilmente si accompagna- può far questo ad una fotografia e darle questa patina commovente.

Riporto 3 foto dell’america sporca ed epica del dopo depressione, 1939-1943

(click per ingrandire)

La cromia di queste immagini è di una bellezza preziosa, quasi paradossalmente artefatta. Guardatevi l’intera ed estesa galleria qui

Ragazze che si divertono

Dedico idealmente questo video -ben fatto ma soprattutto allegro e privo della più ovvia soundtrack metallara- a tutte quelle ragazze la cui raison d’être è essere mobilia decorativa da aperitivo.