Non poteva che essere opera di quel genio fantasmogorico di Charlie Brooker -la cui pagina su wikipaedia italiana è disgustosamente sintetica-. Sono troppo pigro per imbarcarmi in un profilo del personaggio che, senza un vero monumento in marmo, sarebbe necessariamente incompleto. Così vi consiglio semplicemenete di “rimediare” -virgolette sarcastiche- le sue due mini-serie Black Mirror e vedervele tutte con religiosa attenzione. A quel punto forse potrete con maggiore consapevolezza apprezzare queste due idee per due applicazioni che volentieri installerei obbligatoriamente su ogni computer
Blackmailr – Quale miglior modo per migliorare la produttività lavorativa se non mettendo sotto ricatto il nostro narcisismo 2.0? Da intelligente (e perfido) osservatore dei social media, Brooker sa bene che una delle fobie più forti delle nostre vite digitali è l’umiliazione pubblica sui social-network. Di qui il concept dell’app Blackmailr (“blackmail” in inglese vuol dire “ricatto”) che appena viene installata blocca del tutto il nostro computer costringendoci a scattare una serie di foto con la webcam: prima semplici immagini innocenti per poi passare a scatti sempre più espliciti; il tutto senza la possibilità di poter nascondere il viso… Dopo aver costruito questa “galleria umiliante” e averla nascosta in un posto segreto dell’hard disk, l’applicazione si trasforma in un normale programma per la gestione delle liste di cose da fare. Appena però saltiamo una scadenza, il programma inizierà a pubblicare le foto indecenti su Twitter e non si fermerà fino a quando non porteremo a termine il compito. “Questo programma garantisce di aumentare la tua produttività per un fattore dell’85%”, scrive Brooker. Inoltre, “darà anche al compito più banale quel senso del rischio che ormai manca del tutto nelle nostre esistenze”.
Super Goodinator – La seconda applicazione proposta da Brooker prova invece a colmare un senso di vuoto tipico delle nostre vite digitali: quello che si prova dopo aver giocato per ore e ore anche al più intelligente e ben fatto dei videogiochi. Per tenere su il nostro livello di auto-stima, ecco arrivare Super Goodinator, ovvero un gioco che pur facendoci sudare come nei migliori titoli per Wii e Kinect, ci dà anche l’illusione di fare del bene per l’umanità…
Scopo del fanta-gioco è infatti quello di costruire da zero una scuola in un paese in via di sviluppo. I sensori di movimento percepiranno tutti i nostri sforzi e per questo motivo dovremo impegnarci seriamente per portare a termine il compito. Alla fine i bambini entreranno nella nuova scuola e urleranno felici il nostro nome, dandoci così un senso di soddisfazione che di solito non proviamo nemmeno quando terminiamo i videogiochi più difficili. “Questo momento – scrive Brooker – sarà renderizzato in maniera così realistica da far piangere il giocatore” che a questo punto potrebbe anche “essere invitato a dire qualche parola di ringraziamento ai bambini, parlando nello stesso microfono che di solito usa per gli stupidi Karaoke (…) e guadagnano 50 punti extra ogni volta che uno dei bambini sembra ispirato a diventare una persona migliore di quella che è”. Un po’ come nella puntata “15 milioni di celebrità“, anche qui Brooker immagina meccanismi compensatori per una tecnologia che è sempre più pervasiva, ma al tempo stesso sembra svuotare di ogni senso le nostre esistenze.